
PMA: No, non è “fabbricare bambini”. E no, non è un’alternativa all’adozione
Ancora oggi, quando si parla di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), si sentono affermazioni che la riducono a un metodo per “fabbricare bambini”. Alcuni la descrivono come una forzatura della natura, altri la paragonano all’adozione, come se fosse una sorta di alternativa meno etica.
Ma cosa significa davvero affrontare un percorso di PMA? Perché queste narrazioni sono fuorvianti e ingiuste? E in che modo le parole possono pesare su chi sta lottando per diventare genitore?
La PMA non è una “fabbrica di bambini”
Chi pensa che la PMA sia una forma di creazione artificiale della vita non ne comprende la vera natura. La PMA non è un capriccio né una “scorciatoia”, ma una soluzione medica per chi non può concepire spontaneamente.
Ogni anno in Italia, migliaia di coppie si affidano alla PMA per realizzare un desiderio di genitorialità altrimenti irraggiungibile. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2021 sono stati eseguiti oltre 92.000 cicli di PMA, con un trend in costante crescita. Questo dato dimostra quanto la PMA sia una necessità concreta, non una scelta superficiale.
Chi affronta un percorso di PMA vive un’esperienza che può essere lunga e faticosa: stimolazioni ormonali, prelievi di ovociti, attese snervanti, possibilità di fallimento, costi economici elevati. Ridurre tutto questo a una “fabbricazione” è un’ingiustizia nei confronti di chi sta affrontando un cammino spesso pieno di ostacoli.
“Abbiamo provato per anni ad avere un figlio, senza successo. Ogni mese era un’attesa dolorosa. La PMA è stata la nostra possibilità, ma è stata anche dura: iniezioni, visite, fallimenti. Dire che sia ‘fabbricare bambini’ è un insulto alla nostra storia.”
PMA e adozione: due percorsi diversi, non alternative
Un altro fraintendimento comune è quello di paragonare la PMA all’adozione, come se fosse un piano B per chi non riesce a concepire naturalmente. In realtà, PMA e adozione rispondono a bisogni profondamente diversi.
•La PMA è un trattamento medico per chi desidera un figlio biologico ma non può averlo naturalmente.
•L’adozione è un percorso che offre una famiglia a un bambino già nato, spesso con un passato difficile.
Chi desidera un figlio biologico non deve sentirsi in colpa per questo desiderio, così come chi sceglie l’adozione non lo fa per ripiego. Dire a una coppia infertile “perché non adottate?” è come dire a una coppia fertile “perché non adottate invece di avere figli vostri?”. Entrambe le scelte sono legittime, ma non intercambiabili.
“Abbiamo riflettuto a lungo anche sull’adozione, ma ci sentivamo pronti per un figlio biologico. Questo non significa che non amiamo i bambini in difficoltà, ma che la nostra scelta era un’altra.”
Le parole hanno un peso
Chi considera la PMA una forma di “egoismo” o “scorciatoia” spesso non si rende conto dell’impatto che queste parole possono avere su chi sta affrontando questo percorso.
Le coppie che ricorrono alla PMA vivono un grande stress psicologico, tra speranze, delusioni e aspettative sociali. Sentir parlare del proprio percorso come di una “fabbrica di bambini” o di una “scelta meno nobile dell’adozione” può farle sentire ancora più sole e giudicate.
Usare un linguaggio rispettoso e informato è fondamentale. La PMA non è una moda, ma una realtà medica che offre un’opportunità concreta a chi, senza questa possibilità, non potrebbe diventare genitore.
Conclusione: più informazione, meno pregiudizi
Per superare i pregiudizi sulla PMA serve un’informazione chiara e basata su evidenze scientifiche, non su opinioni personali o convinzioni morali.
La PMA non è un lusso né un atto di egoismo. È un’opportunità per chi desidera un figlio e deve affrontare ostacoli per averlo. Rispettare questo percorso significa rispettare la storia di migliaia di persone che, ogni giorno, lottano per realizzare un sogno.
